FIRMA L'APPELLO FLC CGIL TORINO CONTRO OGNI AUTONOMIA DIFFERENZIATA!

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La Costituzione della Repubblica stabilisce i principi fondamentali dell’istruzione e della ricerca intellettuale e artistica negli articoli 33 e 34.  Lo fa attraverso alcune semplici parole chiave: libertà, apertura, gratuità, uguaglianza. Sancisce il ruolo dello Stato, che detta le norme generali, istituisce le scuole, riconosce la libera iniziativa privata in quest’ambito, senza oneri per il bilancio statale.

Negli ultimi vent’anni, mantenendosi entro il quadro formale definito da questi articoli, le politiche scolastiche ne hanno spesso tradito lo spirito.

Hanno minato la libertà di ricerca e di insegnamento, attraverso il peso sempre crescente di obblighi formali e burocratici, da una parte, e dall’altra attraverso un progressivo impoverimento delle risorse alle quali le istituzioni scolastiche possono attingere per svolgere le proprie funzioni.

Hanno indebolito l’apertura e la capacità inclusiva del sistema di istruzione, abbandonando le scuole delle regioni e delle zone più povere, economicamente e culturalmente.

Non hanno supportato la realizzazione di un’effettiva gratuità e di un accesso diffuso per tutte le persone a tutti i gradi di istruzione.

Non hanno promosso una reale uguaglianza, creando al contrario le condizioni della sostanziale immobilità dell’ascensore sociale che caratterizza la società italiana, e spingendo tante e tanti giovani a cercare fuori dal nostro Paese ciò che non trovano in patria.

Oggi siamo giunti al culmine di questi processi di mercificazione dell’istruzione: il disegno di legge sulla cosiddetta “autonomia differenziata”, in nome di una maggiore vicinanza al territorio e di una più redditizia gestione economico-finanziaria delle istituzioni scolastiche, prospetta una radicale riorganizzazione del sistema.

“Una, unica, unita”: queste le parole, che nella recente manifestazione del 7 ottobre a Roma definivano la nostra visione di scuola. “Molteplice, separata, divisa”: queste le parole alla base del disegno di rinnovamento elaborato da Calderoli, sulla scorta di una richiesta trasversale proveniente dalle regioni più ricche d’Italia. Una richiesta che si accompagna alla rivendicazione di autonomia fiscale di ciascuna Regione, in contrasto con qualsiasi principio di progressività, solidarismo e perequazione enunciato dalla Costituzione.

Siamo contrari a questo disegno e lo riteniamo pericoloso e sovversivo.

Siamo contrari in linea di principio, perché nega gli ideali più nobili e le aspirazioni più concrete che la Costituente espresse, all’atto di rifondare l’Italia che usciva dal disastro provocato dal Fascismo e da un dittatore sanguinario.

Siamo contrari in linea di fatto, perché abbiamo sotto gli occhi le conseguenze di una simile riforma, già attuata nella Sanità e nella Formazione professionale. Ne conosciamo bene le dinamiche, le logiche, le conseguenze.

Qui e ora osserviamo ogni giorno le spaventose discriminazioni fra chi può pagarsi cure private e chi aspetta per mesi o anni una visita urgente. Ascoltiamo le storie del personale medico e infermieristico abbandonato a sé stesso, impossibilitato a godere delle ferie, in un settore in cui cresce a dismisura il burnout fra lavoratrici e lavoratori. Vediamo il gioco dei salari al ribasso, ovunque si confondano pubblico e privato, si moltiplichino le forme contrattuali al di fuori delle garanzie riconosciute dal contratto nazionale, si persegua il profitto e non la cura e la formazione.

Non è difficile immaginare cosa accadrebbe a un’istruzione “autonoma” e “differenziata” come quella a cui pensa il Governo attuale.

Per questo, chiediamo il sostegno e l’aiuto di tutte le lettrici e i lettori di quest’appello.

UNA, UNICA, UNITA. Ѐ questa la scuola in cui crediamo.

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